SCOPRIAMO L’IPOTIROIDISMO

SCOPRIAMO L’IPOTIROIDISMO

SCOPRIAMO L’IPOTIROIDISMO

Anche i nostri amici a quattro zampe possono soffrire di ipotiroidismo.

L’ipotiroidismo è una patologia caratterizzata da una diminuita funzionalità della ghiandola tiroidea, che porta alla diminuzione dei livelli ematici degli ormoni tiroidei triiodotironina (T3) e tiroxina (T4). Gli ormoni tiroidei sono fondamentali per la regolazione del metabolismo dell’organismo.

L’ipotiroidismo colpisce generalmente cani adulti e anziani, anche se in alcune razze (es. dobermann, golden retriever, labrador retriever) può manifestarsi precocemente. E’ un disturbo che colpisce, invece, molto raramente i gatti.

L’ipotiroidismo può essere acquisito oppure congenito.

L’ipotiroidismo congenito è raro nei nostri animali. Alla visita clinica i cuccioli ipotiroidei sono più piccoli (nanismo) poiché lo sviluppo scheletrico è rallentato, possono apparire più stanchi poiché l’attività mentale è anch’essa rallentata e possono presentare aree prive di pelo.

L’ipotiroidismo acquisito è distinto in primario, secondario e terziario, a seconda della localizzazione del disturbo.

Si parla di ipotiroidismo primario nel caso in cui sia la tiroide ad essere affetta da un processo patologico che ne pregiudica la funzionalità; in questo caso le forme più comuni sono le tiroiditi linfocitarie e le atrofie tiroidee.

Le forme secondarie interessano l’ipofisi (la ghiandola che produce la tireotropina o TSH che stimola la tiroide a produrre gli ormoni tiroidei), caratterizzate da una carenza di TSH e quelle terziarie sono caratterizzare da una carenza di TRH (ormone di rilascio della tireotropina, prodotto dall’ipotalamo).

Le forme secondarie sono state raramente descritte e quelle terziarie non sono mai state descritte nel cane.

 

I segni clinici più frequenti sono ottundimento mentale, letargia, aumento del peso (anche se l’appetito rimane normale o addirittura è ridotto), intolleranza al freddo e riluttanza all’ esercizio fisico.

Circa l’80% dei cani ipotiroidei presenta alterazioni dermatologiche quali alopecia, seborrea, ipercheratosi, iperpigmentazione, otiti recidivanti, dermatiti recidivanti.

Meno frequenti sono i disturbi neurologici (quali paralisi laringea, megaesofago, cambiamenti del comportamento), le alterazioni oculari (quali depositi di colesterolo corneale, lipemia della camera anteriore), i disturbi della riproduzione ed i problemi cardiaci.

La malattia ha una progressione piuttosto lenta e le varie problematiche vengono spesso interpretate come conseguenze del normale processo di invecchiamento fisiologico.

 

Prima di effettuare i test per la valutazione della funzione tiroidea è necessario escludere con certezza patologie non tiroidee ed effettuare un’anamnesi farmacologica molto accurata perché le concentrazioni degli ormoni tiroidei e i livelli di tireotropina sono influenzati da numerosi farmaci.

I primi test da effettuare sono un emocromo completo, un profilo biochimico e un esame delle urine.

I risultati di questi esami possono suggerire, anche se non darne la certezza, la presenza di ipotiroidismo. In genere si riscontrano una lieve anemia, un aumento di grado variabile del colesterolo e dei trigliceridi, aumento dei livelli di fruttosamine (anche con glicemia normale).

Gli ormoni che possono essere quantificati nel sangue sono il T4 totale e libero, il T3 totale, il TSH basale.
La misurazione del T4 totale è altamente sensibile ma relativamente specifica. Pertanto, un risultato normale ci consente di escludere con buona sicurezza l’ipotiroidismo mentre un valore più basso del normale potrebbe osservarsi sia nei cani ipotiroidei che nei cani affetti da malattie diverse. Molte malattie non tiroidee possono infatti ridurre la concentrazione di T4 totale.
La misurazione del T4 libero è altamente sensibile e molto specifica; un risultato normale ci consente, quindi, di escludere con buona sicurezza l’ipotiroidismo ed un valore più basso del normale è più facilmente dovuto all’ipotiroidismo. In altre parole, diversamente dal T4 totale, le malattie non tiroidee non tendono a ridurre la concentrazione di T4 libero. Il T4 libero rappresenta il singolo test più accurato per diagnosticare l’ipotiroidismo nel cane.
La misurazione del T3 totale è poco accurata in quanto si osservano valori fluttuanti anche nei cani sani.
La misurazione del TSH è moderatamente sensibile e molto specifica. Molti cani ipotiroidei possono avere il TSH normale.
Il quadro tipico di un cane affetto da ipotiroidismo (primario) è caratterizzato da valori di T4 totale e libero più bassi del normale e di TSH più elevati.
L’esecuzione di ecografie, scintigrafie e biopsie della tiroide e la misurazione degli anticorpi anti-T3, anti-T4 e anti-tireoglobulina possono essere di ulteriore ausilio diagnostico nei casi più complessi. Questi ultimi test, essendo piuttosto costosi, vengono richiesti soltanto se i risultati degli altri test sono considerati inconcludenti.

Un aspetto che complica l’interpretazione dei risultati è che in alcune razze gli intervalli di riferimento di normalità sono diversi da quelli della popolazione canina generale. In particolare è stato segnalato che alcune razze, come i Levrieri, hanno il TT4 molto più basso delle altre razze, pur essendo assolutamente eutiroidei.

 

La terapia dell’ipotiroidismo prevede la somministrazione orale quotidiana di levotiroxina sodica (un analogo sintetico del T4). Il migliore indicatore del successo della terapia è rappresentato dalla risoluzione della sintomatologia clinica e delle alterazioni osservate negli esami del sangue, nonché dalla normalizzazione degli ormoni tiroidei (T4 totale).

Il monitoraggio dei cani ipotiroidei prevede inizialmente controlli ogni 4-8 settimane; successivamente, se il cane ipotiroideo è clinicamente stabile, i controlli sono effettuati ogni 6 mesi.

 

Una volta iniziata la terapia, le condizioni generali del cane migliorano nel giro di un paio di settimane; occorrono invece tempi più lunghi per un miglioramento delle condizioni dermatologiche e neurologiche.

 

La prognosi nella maggior parte dei cani ipotiroidei è buona se la terapia è somministrata correttamente.

La prognosi può essere invece riservata nei cani ipotiroidei non trattati, se la diagnosi è tardiva. I cani non trattati per lungo tempo possono presentare alterazioni importanti con abbattimento, riduzione della temperatura corporea, pressione sistemica e frequenza cardiaca, con mixedema (accumulo di liquidi nel sottocute, soprattutto della testa), fino al coma ed al decesso.

 

E’ importante quindi includere il profilo tiroideo nei check up dei pazienti dai sette anni in su.

Commenta